Forlimpopoli
Forlì-Cesena

Forlimpopoli

CENNI STORICI
L’antica “Forum Popili”, di fondazione romana, deriva il proprio nome dal console romano Popilio Lenate, che nel 132 a.C. fondò la città.
Nel Medioevo fu conquistata dagli Ordelaffi, già signori di Forlì, che furono duramente puniti dal Cardinale Legato Egidio Albornoz, il quale nel 1361 ordinò la completa distruzione dell’antica cattedrale, al cui posto fece erigere la Rocca, anticamente detta “Salvaterra”, ancora visibile e visitabile.
Forlimpopoli fu sotto l’influenza dello Stato Pontificio fino all’Unità d’Italia, salvo i brevi periodi in cui fu concessa in vicariato ai Rangoni (1528) e agli Zampeschi (1535).

COSA VEDERE
LA ROCCA
Nell’ampio spazio della Rocca che ospita, tra l’altro, il Municipio, trova sede il Museo Archeologico Tobia Aldini, importante collezione che raccoglie reperti dall’età preistorica all’età post-medievale rinvenuti nelle adiacenze della città come pavimenti musivi, iscrizioni, suppellettili in ceramica, e inoltre monete e capitelli provenienti dall’antica Cattedrale. Visitando gli spazi interni del museo si riescono ad intuire le antiche imponenti dimensioni della Rocca e, in parte, della preesistente Cattedrale.
Le sei sale del Museo si visitano, di regola, nei week-end.
Il Teatro Verdi, anch’esso posto entro le poderose mura della Rocca, fu lo scenario di un drammatico accadimento, di cui Forlimpopoli serba ancora la memoria: nella notte del 25 gennaio 1851 Stefano Pelloni, meglio conosciuto come “Il Passatore”, brigante che infestava le terre di Romagna e sulla cui testa pendeva un’ingente taglia, irruppe nel teatro cittadino interrompendo lo spettacolo e derubando dei loro averi gli spettatori… Un’epigrafe all’interno del teatro ricorda quella tremenda notte…
CHIESA DEI SERVI
Recentemente restaurata, la piccola Chiesa, edificata dai Servi di Maria nel XV secolo presso l’Ospedale dei Battuti Neri, venne modificata nel corso del Settecento, quando assunse le attuali forme. All’interno sono da segnalare la tavola con l’Annunciazione del pittore rinascimentale forlivese Marco Palmezzano, terminata nel 1533, e un organo del XVI sec. le cui ante sono state dipinte dal pittore Livio Modigliani nel 1576.
CHIESA DI S. RUFFILLO
La Chiesa, edificata a partire dal  IX secolo, è dedicata all’evangelizzatore di Forlimpopoli, San Ruffillo, di cui custodisce le reliquie. All’interno,  profondamente rimaneggiato nel corso dell’Ottocento, sono conservate numerose opere di maestri romagnoli del XV e XVIII secolo.

SUGGERIMENTI
Forlimpopoli ha dato i natali a Pellegrino Artusi, celebre per avere codificato e dato alle stampe il primo manuale di cucina, con interessanti consigli dietetici e aneddoti legati alla cultura gastronomica che lega insieme la Romagna e la Toscana. Il libro “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, ormai un “must” editoriale, è stato anche lo spunto per la nascita di un importante progetto, a Forlimpopoli, dedicato all’illustre figlio: “Casa Artusi” è un luogo polivalente che ospita una corposa biblioteca di gastronomia e spazi ove degustare, leggere e partecipare a dibattiti sul tema dell’arte della cucina.
 
La Festa Artusiana è l’occasione più allettante per visitare la cittadina. Nei nove giorni di durata della manifestazione, che si tiene in giugno, i ristoranti, molti dei quali all’aperto, offrono menù elaborati per l’occasione. L’offerta è estremamente varia: dai ristoranti di pesce, alla cucina Slow Food, agli stand dove fare piccole degustazioni e acquistare prodotti rari, alle trattorie allestite come una vecchia aia romagnola ove i camerieri, rigorosamente vestiti in abiti contadini, accolgono il pubblico intrattenendolo con filastrocche e detti della Romagna di una volta…
La Segavecchia
Verso metà marzo si tiene una tradizionale festa, che affonda le radici nella cultura pagana rituale. Proprio alla vigilia dell’arrivo della primavera nell’antichità si illuminavano le notti con fuochi che dovevano indicare la via agli spiriti dei defunti e, in quanto segno di purificazione, rappresentare una beneaugurate pratica propiziatoria affinché i raccolti della primavera fossero copiosi. Così, a metà quaresima, rivive a Forlimpopoli l’antichissima tradizione di bruciare “la vecchia” al fine di guadagnarsi una buona sorte e una buona stagione….
 
Foto STFMIC, Rocca di Forlimpopoli, Wiki Loves Monuments 2015