Meldola
Forlì-Cesena

Meldola

CENNI STORICI
Meldola è attraversata dal fiume Bidente, che proprio in prossimità di questa cittadina cambia il suo nome in Ronco. Fu costruita, secondo le più recenti ipotesi degli storici, sui resti di una villa di età teodoriciana (secc. V-VI) i cui superstiti mosaici - visibili presso il Museo Archeologico di Forlì - denotano modelli di riferimento ravennati. La domus rientrava in un sistema di interventi per la costruzione di un acquedotto - voluto dall’imperatore Traiano (II sec. d.C.) - di cui sono ancora visibili le tracce a monte dell’attuale abitato.
Meldola fu governata dalla famiglia Calboli, che ottenne il vicariato dallo Stato Pontificio, e successivamente dagli Ordelaffi, che la conquistarono definitivamente nel 1350. Subentrarono alla fine del XIV sec. i Malatesta, a cui si sostituì il Duca Valentino, figlio di Papa Alessandro VI, e poi – per un brevissimo periodo – anche la Serenissima.
Tra la fine del XVIII secolo e la seconda metà dell’Ottocento, fatto salvo il periodo di dominazione napoleonica, Meldola fu dei Doria – Pamphili.

COSA VEDERE
La cittadina, piacevole da visitare, è organizzata su livelli che corrono paralleli al fiume Ronco.
Il grande ponte dei veneziani, da cui si accede in città, sarebbe stato edificato secondo la tradizione durante il breve periodo di governo di Venezia: i lavori di ristrutturazione del 1934 hanno rivelato che le fondamenta poggiavano su palafitte, suggerendo l’attribuzione agli abili architetti lagunari.
La Rocca, che domina la città ed è oggi in stato di avanzato restauro conservativo, fu costruita prima del Mille e riutilizzata, a seguito di lavori di ampliamento e rafforzamento dei bastioni, dagli Ordelaffi, dai Malatesta, dagli Aldobrandini e dai Pamphili. Occupata dai soldati francesi nel 1797, è caduta successivamente in uno stato di abbandono: recentemente il Comune, proprietario del manufatto, ha avviato lavori di consolidamento e restauro.
Sulla centrale Piazza Felice Orsini, che porta il nome del patriota attentatore alla vita di Napoleone III, si affaccia il Loggiato Aldobrandini, costruito nel 1609 dalla famiglia Aldobrandini, che atterrò le mura civiche per lasciare un segno tangibile del proprio governo sulla città. Il loggiato è caratterizzato da un lungo prospetto ad archi e da un architrave che porta impressi stelle e sega, motivi araldici dei committenti. La piazza è chiusa dalla elegante mole del Palazzo Orsini, edificato nel XVIII secolo, un tempo dimora di famiglie nobili.
Lungo la centrale via Roma, lasciando la piazza, si incontra sulla destra la Chiesa di S. Nicolò, in cui si conserva l’immagine della Beata Vergine del Popolo, patrona della città. Altre opere da vedere all’interno sono: un bellissimo Crocifisso risalente al 1502 attribuito al forlivese Menzocchi, la Madonna del Carmine del 1660 attribuita alla scuola del bolognese Cignani.
Seminascosto dietro l’imponente Torre civica (XVIII sec), ben visibile dalla Piazza Orsini, si trova un gioiello nel panorama dei piccoli teatri della Provincia: il Teatro Dragoni, intitolato al famoso musicista meldolese vissuto nel Cinquecento. L’interno si compone di tre ordini di palchi con loggione ed è decorato con colonne doriche e archi in stile tardo cinquecentesco. Accanto al teatro si sviluppano le lunghe arcate del Pavaglione, nato nell’Ottocento come spazio adibito a mercato dei bozzoli di seta e trasformato oggi in luogo di incontri, mostre, fiere.
Altri interessanti siti da visitare sono: la Chiesa della Madonna del Sasso, del XV secolo, con una peculiare architettura di facciata; la Chiesa di S. Francesco - in stile barocco - che conserva un prezioso crocifisso di scuola giottesca riminese.

SUGGERIMENTI
Nei dintorni di Meldola è stata istituita la Riserva naturale orientata di Scardavilla, nata grazie all’ubertosa flora che cresceva intorno ad un grande complesso monastico. I boschi di querce ed erbe officinali coltivate dai monaci sono stati ordinati ed ampliati nella varietà: oggi esistono circa 233 specie arboree e numerose specie animali. La riserva, che organizza numerose iniziative tra cui esplorazioni guidate e laboratori didattici, è visitabile su prenotazione.
L’area intorno alla riserva era anticamente sede di un Monastero fondato nel XIII secolo. Oggi restano ruderi di architetture divise da un lungo viale che identifica le due aree di Scardavilla di sopra (con la chiesa e il palazzo) e Scardavilla di sotto (con il monastero e la chiesetta).
A Meldola è consigliata una visita al Museo del Baco da Seta, dedicato alla memoria di Ciro Ronchi, illustre filandiere della città; la sede del Museo - visitabile su prenotazione - è in via Roma. Il percorso museale consente di conoscere il ciclo di allevamento dei bachi da seta, che fu particolarmente fiorente in questa località, gli strumenti da lavoro, i primi tessuti di seta prodotti in maniera artigianale…
 
Foto Valentina Zavagli