Poggio Torriana
Rimini

Poggio Torriana

POGGIO BERNI
CENNI STORICI
Situato lungo la strada Santarcangiolese a 16 chilometri da Rimini, tra le vallate dei fiumi Uso e Marecchia, il piccolo Comune di Poggio Berni deve forse il suo nome – risalente al X secolo – ad antichi possidenti. La zona è sempre stata caratterizzata da insediamenti rurali: gli stessi Malatesta fondarono parte della loro prosperità economica sulla produttività di questi terreni. Del castello di Poggio Berni oggi non restano che pochi segni, rintracciabili all’interno del ristorante I Tre Re.
Il più importante centro amministrativo della cospicua rendita agricola dell’area era la Tomba di Poggio Berni: con il termine “tomba” si indica una costruzione di campagna fortificata, che assolveva sia alla funzione di residenza sia a quella di difesa dei territori da essa amministrati.
L’edificio è tuttora esistente ed è noto con il nome di Palazzo Marcosanti (fine XIII sec.): situato in splendida posizione panoramica, conserva forme risalenti all’epoca malatestiana – si vedano i due portali ogivali – ed è adibito a struttura ricettiva di prestigio.
Terminata la dominazione malatestiana, a Poggio Berni si avvicendarono alcune delle più nobili casate del nostro Paese, come i Montefeltro, i Della Rovere e i Granduchi di Toscana, che ressero il territorio fino al 1765, anno in cui la tenuta venne comprata dal pontefice Clemente XIII; dopo essere stata ceduta agli Albani, la tenuta passò infine ai Marcosanti, esponenti della piccola nobiltà della vicina Santarcangelo.
 
COSA VEDERE
Oltre al Palazzo Marcosanti, nel territorio di Poggio Berni si trovano altri nobili palazzi che testimoniano la ricchezza di queste fertili e popolate campagne: Palazzo del Poggiano (Palazzo Tosi), che risale alla prima metà del XIV secolo, è una testimonianza ormai rara delle antiche abitazioni nobiliari fortificate; Palazzo Borghesi - circondato da un meraviglioso parco - custodisce soffitti affrescati nel corso del XIX secolo; Palazzo Astolfi (fine XVIII sec.) –  antica residenza di campagna di un prelato – ospita oggi un ristorante: nelle cantine dell’edificio si vede un frantoio ottocentesco.
Accanto a queste ville, appartenute a ricchi personaggi vissuti in un passato ormai remoto, a Poggio Berni si trovano anche significative testimonianze dell’umile quotidianità locale: i mulini idraulici, che presentano tipologie idrauliche, tecniche ed abitative tipiche della Valmarecchia, sfruttavano la forza dell’acqua per trasformare i cereali in farina destinata a sopperire al fabbisogno alimentare di una vasta area geografica. Di questi manufatti è oggi visitabile il Mulino Moroni, mentre il Mulino Sapignoli è stato recentemente acquistato dal Comune, che intende allestirvi il Museo della Mulinologia della Provincia di Rimini.
Il Parco della Cava valorizza l’importante giacimento fossilifero del fiume Marecchia, ricchissimo di fossili di pesci (nel Pliocene tutta la zona del giacimento era infatti sommersa dal mare): realizzato con il contributo della Regione Emilia Romagna e della Provincia di Rimini, ed inaugurato nel 2000, il sito ha restituito molti esemplari di pesci - oggi viventi in acque tropicali - che non erano mai stati trovati nel bacino del Mare Mediterraneo.
SUGGERIMENTI 
Nel 2003 a Poggio Berni è stato inaugurato il Teatro Aperto, uno spazio dedicato agli spettacoli – citiamo la rassegna musicale “Paesaggi Sonori” – che si affaccia sulla riviera romagnola come una vera terrazza panoramica.

TORRIANA
CENNI STORICI
Località sicuramente abitata fin dai tempi dell'età del ferro, Torriana fu denominata nell’antichità “Scorticata” per l’asperità dello spuntone di viva roccia, con poca vegetazione, su cui è arroccata, in posizione dominante sulla Valmarecchia.
Il castrum di Scorticata è ricordato per la prima volta in un documento del 1141, anno in cui apparteneva alla chiesa riminese. In seguito fu sottomesso al Comune di Rimini, per passare poi alla famiglia dei Malatesta. Secondo la leggenda nei sotterranei del castello di Torriana fu ucciso Gianciotto Malatesta, che aveva trucidato la moglie Francesca da Polenta e il proprio fratello Paolo, dopo averne scoperto la relazione amorosa. Sigismondo Pandolfo Malatesta nel 1462 perderà Scorticata insieme a quasi tutti i suoi domini ad opera dell’acerrimo nemico Federico da Montefeltro duca di Urbino.
Dopo essere passato per le mani di altre grandi casate come i Borgia e i Medici, il castello di Torriana alla fine del Cinquecento fu devoluto alla Camera Apostolica, rientrando nell’orbita politica della comunità riminese.
Nel territorio comunale di Torriana è compreso il borgo di Montebello, costruito su una vetta da cui lo sguardo spazia da San Marino a tutta la Valmarecchia: le qualità militari del posto dovevano essere conosciute e temute sin da tempi antichi tanto che il nome della località deriva dall’espressione “mons belli”, cioè “monte della guerra”. Già nel III secolo a. C. i Romani vi avevano costruito una torre di avvistamento, che sarà poi inglobata nell'XI secolo in un imprendibile fortilizio militare, divenuto quindi sede di un castello malatestiano. Nel 1463 il castello di Montebello fu infeudato da Papa Pio II a Giovanni Francesco dei Guidi di Bagno di Romagna, famiglia alla quale appartiene tuttora. Sotto i conti Guidi di Bagno alla fortezza si aggiunse la residenza signorile.
 
COSA VEDERE
Della Rocca di Torriana rimangono la porta d’accesso, due torrioni circolari, la cisterna, parte delle mura e del maschio. Sovrastano la rocca i resti della piccola chiesa dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, sul punto più alto del monte di Scorticata: da qui lo sguardo spazia a 360 gradi sul territorio circostante.
Sulla cima del colle roccioso che fronteggia la rocca sorge la Torre di Torriana: risalente al XIII secolo, era un tempo collegata alla rocca da un sistema di ponteggi.
Nella piazza principale del paese si trova la fontana chiamata “l'albero dell'acqua”, fantasioso omaggio di Tonino Guerra al fiume Marecchia e alle sue acque portatrici di vita, memorie, favole…
Merita certo una visita la Rocca dei Guidi di Bagno, a Montebello: il castello è uno dei fortilizi meglio conservati e più interessanti dei territori malatestiani. L’edificio custodisce, tra i suoi molti tesori e sorprese, l’inquietante storia del fantasma di Azzurrina, bambina misteriosamente scomparsa nei sotterranei del castello nella notte del solstizio d’estate del 1375…
 
SUGGERIMENTI
Intorno alle mura che cingono il borgo di Torriana si snoda una rete sentieristica ben segnalata che attraversa luoghi di grande interesse naturalistico e storico: è consigliata la passeggiata che conduce al Santuario della Madonna di Saiano, all’interno dell'oasi naturalistica di Montebello. Il luogo era in passato sede di un castrum di cui si hanno notizie sin dal 962.
Nei ristoranti tipici del posto si possono gustare specialità romagnole, di una cucina che risente però di influenze umbre e marchigiane: prelibato il coniglio in porchetta!
 

Foto Alessandra Brocculi