Verucchio
Rimini

Verucchio

CENNI STORICI
L’abitato di Verucchio sorge su un potente sperone roccioso di formazione calcareo-arenacea, la cui conformazione ha suggerito il nome della località, che sembra derivare dal termine latino verruca, cioè luogo aspro ed elevato.
Verucchio rappresenta parte essenziale della valle del fiume Marecchia e della sua storia di importante via di comunicazione fra la Pianura Padana e l’Italia centrale: grazie alla vantaggiosa posizione all'imbocco della Valmarecchia, la zona diventa tra il IX e il VI sec a. C. uno dei principali centri della civiltà villanoviana-etrusca. Gli scavi archeologici condotti nelle numerose necropoli verucchiesi hanno portato alla luce eccezionali ritrovamenti risalenti all’Età del ferro: oggetti in bronzo, fibule, bracciali, cinture, rari manufatti di legno intagliato, splendide ambre e altro ancora rendono Verucchio un centro di fama internazionale.
In epoca romana la cittadina farà parte del territorio di Rimini: la decadenza s’accompagnerà proprio al fiorire dell’importante insediamento di Ariminum presso la foce del Marecchia.
Nel Medioevo Verucchio conosce un nuovo periodo di fioritura: un documento del 1230 cita la sua pieve e, secondo la tradizione, San Francesco d’Assisi fonda il Convento francescano di Villa Verucchio. Nel 1150, dopo essere appartenuto alla Chiesa riminese, il castrum veruculi risulta appartenere ai Malatesta, che ne faranno il cardine della loro espansione verso Rimini. Nella rocca di Verucchio nacque Malatesta il Centenario, definito da Dante nella Commedia come il “Mastin Vecchio”: con lui comincia la signoria della famiglia sulla città di Rimini.
Sotto i Malatesta Verucchio assume la forma urbana che poi manterrà nei secoli successivi, con le sue due rocche ampliate e modificate nel Quattrocento dal signore di Rimini Sigismondo Pandolfo Malatesta.
Caduta la Signoria malatestiana, nel Cinquecento Verucchio è soggetta al Valentino, ai Veneziani, alle famiglie comitali dei Medici e dei Comneno, per tornare poi alla sede apostolica.
Con Papa Leone X Verucchio è elevata al rango di Città.
Durante il XVII sec. trova conclusione la contesa che, apertasi al momento della caduta dei Malatesta, aveva visto in conflitto Verucchio e la Repubblica di S. Marino in materia di confini.
Nel corso dell’Ottocento gli assetti urbanistici medievali vengono modificati da alcuni interventi edilizi che vedono l’ampliamento della piazza centrale, e il sorgere dei palazzi signorili di famiglie gentilizie. In tempi recenti opere di restauro conservativo hanno permesso la ricostruzione di tratti delle antiche mura medievali e della Porta del Passerello, una dei quattro ingressi che un tempo immettevano nell’antico castrum.
 
COSA VEDERE
La Rocca Malatestiana è detta anche “Rocca del sasso” perché costruita su un impervio sperone roccioso: dalla sommità dell’edificio si ammira uno spettacolare panorama, che spazia dal blu del Mare Adriatico ai verdi contrafforti appenninici. Da non perdere il Museo Civico Archeologico, allestito nei locali di un suggestivo antico convento agostiniano: nelle sale del museo sono esposti gli straordinari rinvenimenti archeologici della cultura villanoviana verucchiese.
Nelle adiacenze dei resti della seconda rocca di Verucchio, detta del Passerello, c’è la Porta del Passerello, da cui si diparte  il percorso attraverso il borgo medievale lungo le mura di S. Giorgio.
Molto godibile tutto il centro medievale, dalle cui mura malatestiane fortificate si godono ampie vedute panoramiche.
La Chiesa Collegiata può essere considerata come la cattedrale della Valmarecchia mentre, ai piedi dello sperone di roccia su cui si erge l’abitato, si trova la Pieve Romanica, visibile dall’esterno.
Consigliata la visita, in località Villa Verucchio, del Convento Francescano, al cui esterno si vede il cipresso piantato secondo la tradizione da S. Francesco.
 
Foto Alessandra Brocculi