Forlì-Cesena
Tredozio
CENNI STORICI
Collocata lungo il crinale che suddivide Romagna e Toscana, sul fondovalle del fiume Tramazzo, posta a 334 metri sul livello del mare, si erge Tredozio. Ottimo soggiorno estivo grazie alla splendida temperatura ed al verde di cui è ricca, Tredozio offre una splendida vista panoramica; il suo territorio fa parte di quell’area geografica denominata “Romagna Toscana”.
I primi insediamenti risalgono all’età del bronzo e per lungo tempo la zona è rimasta incontaminata e scarsamente abitata. Fu occupata dai Galli Boi che vennero, poi, sopraffatti dai romani.
Anticamente nota come “Castrum Treudacium”, fu feudo dei conti Guidi a partire dal XII sec.. Il loro dominio durò tre secoli e ne è testimonianza anche l’attuale assetto urbanistico. Data la posizione, fra il fiume Tramazzo e il fiume Montone, svolse, per lungo tempo, funzioni di “mercatale”e nel 1428 passò sotto la dominazione fiorentina. Nel 1923 fu annessa alla Provincia di Forlì, cui appartiene tuttora.
COSA VEDERE
Attraversando un piccolo sentiero, collocato a pochi minuti dal centro storico, si trova il Castellaccio, l’antico castello dei Conti Guidi che sovrasta il borgo sottostante, ma di cui restano solo le rovine. Pare che la torre fosse alta 17m. Oltre alle fondamenta vi sono anche locali interrati probabilmente adibiti a cantine o a cisterne per la raccolta di acqua.
Attraversa, invece, il centro storico del paese, via XX Settembre, lungo la quale sono dislocate numerose strutture sei- settecentesche. Proprio lungo questa via è possibile visitare la Chiesa della Compagnia del SS. Sacramento e della Beata Vergine delle Grazie risalente al XIV sec. ed esistente, molto probabilmente, già da prima del 1371. Danneggiata dal terremoto del 1661 venne restaurata per la prima volta nel 1695 e ampliata nel 1702. Nel 1900, in occasione del centenario della ricostruzione della compagnia del SS. Sacramento, venne restaurato l’interno della struttura e rialzata e rimaneggiata in pietra la facciata in cotto. Nel 1939 vi fu un ulteriore intervento e recente è un’opera di restauro della facciata esterna che consente di vederne gli affreschi che la ricoprono. Visitando l’interno é possibile ammirare “La Beata Vergine delle Grazie”, un’immagine ritenuta miracolosa, “L’Annunciazione”di Lorenzo Monaco (pittore della scuola toscana di fine XIV sec), il “Crocifisso” e il “Busto” di Padre Pio (opere in bronzo dello scultore Leonardo Poggiolini) e il “Sacro Cuore di Gesù”, olio su tela del macchiaiolo Silvestro Lega (modiglianese).
Proseguendo per la via si raggiunge il Palazzo Fantini. Risalente a prima del 1500, la facciata attuale dell’edificio è del 1776 anche se Villa Fantini nasce, di fatto, nel 1750, quando Lorenzo Maria Fantini vi si stabilì con la ricca famiglia. Pare che si elevi su fondamenta di case più antiche. Al suo interno è possibile visitare il Museo della Civiltà Contadina e la Biblioteca “Panciatichi”, situata al pian terreno. La struttura si affaccia su due cortili adiacenti che conducono ad un meraviglioso giardino all’italiana, sopraelevato rispetto al palazzo.
Di minor rilevanza, ma pur sempre da segnalare, sono la Chiesa di S. Michele Arcangelo, al cui interno è conservato un “Crocifisso” dipinto su tavola di legno, di scuola riminese, risalente al XIV sec e, proprio all’inizio del paese, il Convento della SS. Annunziata, struttura di stile cinquecentesco dalle grandi proporzioni.
I DINTORNI
Tredozio, insieme con Bagno di Romagna, Portico di Romagna, Premilcuore e Santa Sofia, è uno dei cinque Comuni dell’Appennino romagnolo facenti parte del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campigna. In particolare è quello situato più a occidente; vi si trova un centro visita dedicato al capriolo.
Situato a 6 km dal paese, merita una visita il lago di Ponte, facilmente raggiungibile attraverso la pista forestale che risale l’alto Tramazzo in un territorio quasi selvaggio. L’area nei pressi del lago è attrezzata per pic nic ed è facile da raggiungere sia in automobile che in mountain bike.
SUGGERIMENTI
Passando da Tredozio consigliamo di fermarsi a mangiare in qualche osteria o ristorante per assaporare la cucina locale, che affonda le radici nella tradizione tosco-romagnola.
Ricordiamo a chi sosterà in queste terre che con il termine “minestra” si intende qualsiasi tipo di pasta, asciutta o in brodo!
Fra i piatti principali i "cappelletti", fatti con ripieno di raviggiolo (formaggio fresco locale) e cotti con brodo di cappone (pietanza perlopiù natalizia) e l’ancor più tradizionale "bartolaccio", tipico tortello salato cotto sulla lastra di pietra nonché protagonista della Sagra che si svolge annualmente nella prima e nella seconda domenica di novembre.
Foto Valentina Zavagli, Palazzo Fantini, Tredozio
Collocata lungo il crinale che suddivide Romagna e Toscana, sul fondovalle del fiume Tramazzo, posta a 334 metri sul livello del mare, si erge Tredozio. Ottimo soggiorno estivo grazie alla splendida temperatura ed al verde di cui è ricca, Tredozio offre una splendida vista panoramica; il suo territorio fa parte di quell’area geografica denominata “Romagna Toscana”.
I primi insediamenti risalgono all’età del bronzo e per lungo tempo la zona è rimasta incontaminata e scarsamente abitata. Fu occupata dai Galli Boi che vennero, poi, sopraffatti dai romani.
Anticamente nota come “Castrum Treudacium”, fu feudo dei conti Guidi a partire dal XII sec.. Il loro dominio durò tre secoli e ne è testimonianza anche l’attuale assetto urbanistico. Data la posizione, fra il fiume Tramazzo e il fiume Montone, svolse, per lungo tempo, funzioni di “mercatale”e nel 1428 passò sotto la dominazione fiorentina. Nel 1923 fu annessa alla Provincia di Forlì, cui appartiene tuttora.
COSA VEDERE
Attraversando un piccolo sentiero, collocato a pochi minuti dal centro storico, si trova il Castellaccio, l’antico castello dei Conti Guidi che sovrasta il borgo sottostante, ma di cui restano solo le rovine. Pare che la torre fosse alta 17m. Oltre alle fondamenta vi sono anche locali interrati probabilmente adibiti a cantine o a cisterne per la raccolta di acqua.
Attraversa, invece, il centro storico del paese, via XX Settembre, lungo la quale sono dislocate numerose strutture sei- settecentesche. Proprio lungo questa via è possibile visitare la Chiesa della Compagnia del SS. Sacramento e della Beata Vergine delle Grazie risalente al XIV sec. ed esistente, molto probabilmente, già da prima del 1371. Danneggiata dal terremoto del 1661 venne restaurata per la prima volta nel 1695 e ampliata nel 1702. Nel 1900, in occasione del centenario della ricostruzione della compagnia del SS. Sacramento, venne restaurato l’interno della struttura e rialzata e rimaneggiata in pietra la facciata in cotto. Nel 1939 vi fu un ulteriore intervento e recente è un’opera di restauro della facciata esterna che consente di vederne gli affreschi che la ricoprono. Visitando l’interno é possibile ammirare “La Beata Vergine delle Grazie”, un’immagine ritenuta miracolosa, “L’Annunciazione”di Lorenzo Monaco (pittore della scuola toscana di fine XIV sec), il “Crocifisso” e il “Busto” di Padre Pio (opere in bronzo dello scultore Leonardo Poggiolini) e il “Sacro Cuore di Gesù”, olio su tela del macchiaiolo Silvestro Lega (modiglianese).
Proseguendo per la via si raggiunge il Palazzo Fantini. Risalente a prima del 1500, la facciata attuale dell’edificio è del 1776 anche se Villa Fantini nasce, di fatto, nel 1750, quando Lorenzo Maria Fantini vi si stabilì con la ricca famiglia. Pare che si elevi su fondamenta di case più antiche. Al suo interno è possibile visitare il Museo della Civiltà Contadina e la Biblioteca “Panciatichi”, situata al pian terreno. La struttura si affaccia su due cortili adiacenti che conducono ad un meraviglioso giardino all’italiana, sopraelevato rispetto al palazzo.
Di minor rilevanza, ma pur sempre da segnalare, sono la Chiesa di S. Michele Arcangelo, al cui interno è conservato un “Crocifisso” dipinto su tavola di legno, di scuola riminese, risalente al XIV sec e, proprio all’inizio del paese, il Convento della SS. Annunziata, struttura di stile cinquecentesco dalle grandi proporzioni.
I DINTORNI
Tredozio, insieme con Bagno di Romagna, Portico di Romagna, Premilcuore e Santa Sofia, è uno dei cinque Comuni dell’Appennino romagnolo facenti parte del Parco Nazionale delle Foreste casentinesi, Monte Falterona e Campigna. In particolare è quello situato più a occidente; vi si trova un centro visita dedicato al capriolo.
Situato a 6 km dal paese, merita una visita il lago di Ponte, facilmente raggiungibile attraverso la pista forestale che risale l’alto Tramazzo in un territorio quasi selvaggio. L’area nei pressi del lago è attrezzata per pic nic ed è facile da raggiungere sia in automobile che in mountain bike.
SUGGERIMENTI
Passando da Tredozio consigliamo di fermarsi a mangiare in qualche osteria o ristorante per assaporare la cucina locale, che affonda le radici nella tradizione tosco-romagnola.
Ricordiamo a chi sosterà in queste terre che con il termine “minestra” si intende qualsiasi tipo di pasta, asciutta o in brodo!
Fra i piatti principali i "cappelletti", fatti con ripieno di raviggiolo (formaggio fresco locale) e cotti con brodo di cappone (pietanza perlopiù natalizia) e l’ancor più tradizionale "bartolaccio", tipico tortello salato cotto sulla lastra di pietra nonché protagonista della Sagra che si svolge annualmente nella prima e nella seconda domenica di novembre.
Foto Valentina Zavagli, Palazzo Fantini, Tredozio