Sarsina
Forlì-Cesena

Sarsina

CENNI STORICI
L’antica “Sassina” è la patria di illustri personaggi: Tito Maccio Plauto, scrittore latino nato intorno al 250 a.C., è autore di famose commedie come la Casina e il Miles gloriosus; San Vicinio, a cui si lega la tradizione del collare dalle proprietà taumaturgiche, fu il primo vescovo della città; Lucio Pisone si distinse nella battaglia di Canne; infine Cesio Sabino fu importante magistrato, artefice di importanti opere di edilizia sarsinate.
Sarsina, situata lungo la direttrice della strada E45, è fondata dagli Umbri intorno al V-IV sec. a.C., ma saranno i Romani a farne un centro di primaria importanza a partire dal 266 a.C., anno della fondazione romana. L’apertura del porto di Classe in età augustea (I sec. d.C.) crea un asse privilegiato per i traffici ed i commerci da e verso Sarsina, che sarà popolata da liberti e schiavi di origine orientale. In questo periodo in città si assiste ad un fervente sviluppo economico, testimoniato dalla presenza di numerosi collegi di artigiani e operai. La crisi dell’Impero che si verifica a partire dal III secolo non risparmia la città, che viene dapprima devastata da un incendio e poi dai Visigoti di Alarico.
Con alterne vicende Sarsina subisce, a partire dall’alto medioevo, i governi della Chiesa ravennate, dei Malatesta, degli Ordelaffi, dei Pamphili ed infine dei Borghese-Aldobrandini.
Sede di diocesi sin dal IV secolo, viene infine accorpata alla diocesi di Cesena- Sarsina (1976).
 
COSA VEDERE

IL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Si tratta di un unicum imperdibile. I materiali custoditi nel museo, istituito nel 1890, provengono soprattutto dalla località di “Pian di Bezzo”, dove è stata rinvenuta una necropoli romana di grande interesse. La zona fu investita nel III sec. d.C. da una frana, che ha favorito la perfetta conservazione del sito. Nelle sette sale del piano terra il visitatore andrà alla scoperta delle credenze e dei culti romani legati al mondo degli Inferi. Le stele funerarie, le epigrafi, le sepolture ed i mausolei conservati, che permettono di comprendere la composizione della società romana nel periodo I sec. a.C. – II sec. d.C., testimoniano la potente influenza esercitata da suggestioni e riti religiosi orientali ed egiziani. Da segnalare, all’interno della sede espositiva: il Mausoleo di Petus, quello di Rufus, il grande pavimento a mosaico del III sec. d.C. con il Trionfo di Dioniso, nonché la scultura ricomposta di Attis.
 
LA BASILICA CATTEDRALE
Intitolata a San Vicinio, primo vescovo della città vissuto nel IV sec., l’imponente chiesa fu probabilmente edificata nel X secolo. Le tracce di pronao in facciata ed il grande campanile in stile bizantino rendono ancora più autorevole il santuario affacciato su Piazza Plauto.
L’interno custodisce alcune opere di pregio: l’ambone in marmo del XII secolo, di scuola sassone, con i simboli dei quattro evangelisti, un paliotto d’altare del X secolo, un fonte battesimale con teste di ariete angolari, probabile materiale di reimpiego. Nel presbiterio sono sistemati numerosi dipinti, tra cui la Visitazione di Michele Valbonesi da Ranchio, e la Messa di San Gregorio Magno, attribuita a Carlo Cignani.
L’elegante cappella di San Vicinio narra, attraverso le quattro tele parietali di M. Valbonesi, i miracoli legati al culto del Santo. A tutte le ore del giorno è possibile imbattersi in qualche pellegrino desideroso di ottenere la benedizione del collare appartenuto al Santo patrono: al collare sono attribuite proprietà taumaturgiche in grado di scacciare il maligno.  
 
IL MUSEO DIOCESANO DI ARTE SACRA
Il Museo di Arte Sacra è ospitato nei locali appartenuti al Vescovado. Vi sono custoditi paramenti sacri, ostensori e turiboli. Interessante la collezione di campane provenienti da chiese dei dintorni, datate a partire dal XIV secolo. Alcuni interessanti dipinti sono collocati nella ex cappella vescovile: la Madonna con Bambino, proveniente dalla Pieve di Montesorbo e attribuita a Bartolomeo di Maestro Gentile da Urbino, e due piccole tavole con i santi Pietro e Petronio. Completano la serie una tavola con Il riposo durante la Fuga in Egitto di M. Valbonesi da Ranchio.

LA CASA DI PLAUTO
Che sia leggenda o verità poco importa… La tradizione vuole che proprio a Sarsina sia nato il grande commediografo latino Plauto, di cui non esistono notizie certe. Perfino il nome non è stato accertato… L’edificio, di indubbia antichità, conserva parti di epoca romana. Plauto, cui Varrone riconduce un corpus di 21 opere di sicura attribuzione, avrebbe composto secondo la tradizione più di 130 commedie!
 
I TORRICINI
Le mura della città antica sono state trasformate e consolidate nel tempo. Risalgono al Settecento alcuni torricini fatti erigere dal Vescovo a protezione della sua residenza.
 
SUGGERIMENTI
• Il Festival estivo plautino mantiene in vita l’importante tradizione del teatro romano. Si svolge tra la metà di luglio e la metà di agosto nell’anfiteatro che domina Sarsina, in località Calbano.
• Una buona occasione per visitare Sarsina è la Sagra della Pagnotta Pasquale, che si tiene nel periodo primaverile. Si tratta di un pane lievemente dolce, che profuma di anice: la ricetta resta tuttora un segreto!
 
Foto Zago8, Cattedrale di Sarsina, Fonte Wiki Loves Monuments 2013