La Romagna Toscana: itinerari in una terra di confine
In bilico tra Romagna e Toscana: Portico e San Benedetto in Alpe
L'itinerario passa per: Portico E San Benedetto
Durata della visita guidata: Una giornata
“Come quel fiume c’ha proprio cammino/ Prima da Monte Viso ‘nver’ levante,/ da la sinistra costa d’Appennino,/
che si chiama Acquacheta suso, avante/ che si divalli giù nel basso letto,/ e a Forlì di quel nome è vacante,/
rimbomba la sovra San Benedetto/ de l’Alpe per cadere ad una scesa/ ove dovea per mille esser recetto;/
così, giù d’una ripa discoscesa,/ trovammo risonar quell’acqua tinta,/ sì che ‘n poc’ora avria l’orecchia offesa.”
(Dante Alighieri, Inf. Canto XVI)
Itinerario alla scoperta delle terre della Romagna Toscana: da Forlì, lungo la vallata del fiume Montone, puntiamo dritto verso l’Appennino percorrendo la direttrice della Statale 67…
Risaliamo tutta la valle fino ad arrivare a PORTICO DI ROMAGNA, ultimo avamposto romagnolo prima del passo del Muraglione, che segna l’odierno confine con la Toscana…
Il Comune di Portico – S. Benedetto è stato insignito dal Touring Club Italiano della bandiera arancione, riconoscimento rivolto a piccoli paesi siti nell’entroterra e caratterizzati, oltre che da straordinarie eccellenze paesaggistiche, storiche-culturali ed enogastronomiche, anche da una radicata tradizione di ospitalità e accoglienza…
La vitalità della passata egemonia fiorentina ancora sopravvive nelle architetture rurali, civili, militari e religiose di Portico che, antica capitale della Romagna toscana, solo dal 1923 è amministrata dalla Provincia di Forlì-Cesena. Affascinante l’impianto della struttura urbanistica medievale che si articola su tre livelli, corrispondenti a diverse necessità funzionali. La parte più alta del borgo, con il maschio della Rocca e la Pieve, è chiara espressione del potere politico, militare e religioso. Ai piedi della torre civica c’è una ripida scalinata che percorriamo fino ad arrivare al livello intermedio del paese: lungo la centrale via Roma si affacciano la loggia del Mercato, la loggia della Fontana e la loggia della Pace, tre porticati che ci inducono a riflettere sul toponimo di “Porticus”, ovvero “luogo di mercato”… La via centrale è anche caratterizzata dalla presenza di palazzi nobiliari appartenuti alle potenti famiglie che qui si rifugiavano in seguito a rovesci politici, come i Traversari di Ravenna, o che sceglievano Portico per villeggiare, come i Portinari nel cui palazzo, narra la leggenda, è avvenuto l’incontro tra Dante Alighieri e Beatrice... Poco oltre Palazzo Portinari superiamo porta “Calgherìa”, così chiamata perché immette in una via acciottolata lungo la quale un tempo venivano “caricati” e trasportati i sassi di fiume con cui sono costruite le case del borgo; giungiamo così al “Parco delle mura”, un giardino pubblico che costeggia il fiume Montone e che offre una suggestiva visione delle antiche case-torri della parte bassa di Portico: abitazioni lunghe e strette, un tempo occupate dal popolino… Dalla via centrale, dopo aver attraversato il “Borgo al Ponte”, si giunge al bellissimo Ponte della Maestà, ripidissimo e slanciato manufatto in pietra a schiena d’asino risalente, sembra, al XIV sec.
Abbandonando il centro del paese ci si sposta di qualche chilometro per vedere una peculiarità di Portico: il vulcano più piccolo d'Italia, un’emanazione perenne di idrocarburi che fiammeggia sul Monte Busca, da cui lo sguardo spazia a 360 gradi su un panorama mozzafiato!…
Nella località di SAN BENEDETTO IN ALPE si trova la millenaria Abbazia Benedettina di cui oggi restano la chiesa, la bellissima cripta e il cortile interno con pozzo.
Il territorio di S. Benedetto è situato entro i confini del PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI MONTE FALTERONA E CAMPIGNA, un mare verde che tocca tre grandi regioni storiche: la Romagna, il Casentino e una piccola parte del Mugello. Il Parco Nazionale è attraversato da una serie di “Sentieri Natura”, itinerari segnati e predisposti per mostrare le particolarità che si incontrano lungo il cammino: da S. Benedetto parte il Sentiero “ACQUACHETA, LA VALLE E LA CASCATA DI DANTE”. Questo tragitto, relativamente facile, non richiede un allenamento particolare, ma è consigliabile affrontare la camminata ben attrezzati: il tempo di percorrenza, compresi brevi momenti di sosta nelle aree “Ca’ del Rospo” e “Molino dei Romiti”, è di circa 2 ore e ½ .
Nel XVI Canto dell’Inferno Dante Alighieri, per rendere l’idea del frastuono mugghiante provocato dalla caduta del fiume Flegetonte, paragona la cascata infernale a quella di S. Benedetto in Alpe… La suggestione letteraria è coinvolgente, e diventa anche più potente quando si intuisce che, dai tempi del “ghibellin fuggiasco”, qui ben poco deve essersi mutato… Lo stesso Dante, lasciatasi alle spalle la “misera valle” dell’Arno, dopo aver percorso il sentiero dell’Acquacheta arrivò a S. Benedetto e soggiornò nell’Abbazia dove, forse, compose una parte della “Divina Commedia”…
Foto Valentina Zavagli
che si chiama Acquacheta suso, avante/ che si divalli giù nel basso letto,/ e a Forlì di quel nome è vacante,/
rimbomba la sovra San Benedetto/ de l’Alpe per cadere ad una scesa/ ove dovea per mille esser recetto;/
così, giù d’una ripa discoscesa,/ trovammo risonar quell’acqua tinta,/ sì che ‘n poc’ora avria l’orecchia offesa.”
(Dante Alighieri, Inf. Canto XVI)
Itinerario alla scoperta delle terre della Romagna Toscana: da Forlì, lungo la vallata del fiume Montone, puntiamo dritto verso l’Appennino percorrendo la direttrice della Statale 67…
Risaliamo tutta la valle fino ad arrivare a PORTICO DI ROMAGNA, ultimo avamposto romagnolo prima del passo del Muraglione, che segna l’odierno confine con la Toscana…
Il Comune di Portico – S. Benedetto è stato insignito dal Touring Club Italiano della bandiera arancione, riconoscimento rivolto a piccoli paesi siti nell’entroterra e caratterizzati, oltre che da straordinarie eccellenze paesaggistiche, storiche-culturali ed enogastronomiche, anche da una radicata tradizione di ospitalità e accoglienza…
La vitalità della passata egemonia fiorentina ancora sopravvive nelle architetture rurali, civili, militari e religiose di Portico che, antica capitale della Romagna toscana, solo dal 1923 è amministrata dalla Provincia di Forlì-Cesena. Affascinante l’impianto della struttura urbanistica medievale che si articola su tre livelli, corrispondenti a diverse necessità funzionali. La parte più alta del borgo, con il maschio della Rocca e la Pieve, è chiara espressione del potere politico, militare e religioso. Ai piedi della torre civica c’è una ripida scalinata che percorriamo fino ad arrivare al livello intermedio del paese: lungo la centrale via Roma si affacciano la loggia del Mercato, la loggia della Fontana e la loggia della Pace, tre porticati che ci inducono a riflettere sul toponimo di “Porticus”, ovvero “luogo di mercato”… La via centrale è anche caratterizzata dalla presenza di palazzi nobiliari appartenuti alle potenti famiglie che qui si rifugiavano in seguito a rovesci politici, come i Traversari di Ravenna, o che sceglievano Portico per villeggiare, come i Portinari nel cui palazzo, narra la leggenda, è avvenuto l’incontro tra Dante Alighieri e Beatrice... Poco oltre Palazzo Portinari superiamo porta “Calgherìa”, così chiamata perché immette in una via acciottolata lungo la quale un tempo venivano “caricati” e trasportati i sassi di fiume con cui sono costruite le case del borgo; giungiamo così al “Parco delle mura”, un giardino pubblico che costeggia il fiume Montone e che offre una suggestiva visione delle antiche case-torri della parte bassa di Portico: abitazioni lunghe e strette, un tempo occupate dal popolino… Dalla via centrale, dopo aver attraversato il “Borgo al Ponte”, si giunge al bellissimo Ponte della Maestà, ripidissimo e slanciato manufatto in pietra a schiena d’asino risalente, sembra, al XIV sec.
Abbandonando il centro del paese ci si sposta di qualche chilometro per vedere una peculiarità di Portico: il vulcano più piccolo d'Italia, un’emanazione perenne di idrocarburi che fiammeggia sul Monte Busca, da cui lo sguardo spazia a 360 gradi su un panorama mozzafiato!…
Nella località di SAN BENEDETTO IN ALPE si trova la millenaria Abbazia Benedettina di cui oggi restano la chiesa, la bellissima cripta e il cortile interno con pozzo.
Il territorio di S. Benedetto è situato entro i confini del PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI MONTE FALTERONA E CAMPIGNA, un mare verde che tocca tre grandi regioni storiche: la Romagna, il Casentino e una piccola parte del Mugello. Il Parco Nazionale è attraversato da una serie di “Sentieri Natura”, itinerari segnati e predisposti per mostrare le particolarità che si incontrano lungo il cammino: da S. Benedetto parte il Sentiero “ACQUACHETA, LA VALLE E LA CASCATA DI DANTE”. Questo tragitto, relativamente facile, non richiede un allenamento particolare, ma è consigliabile affrontare la camminata ben attrezzati: il tempo di percorrenza, compresi brevi momenti di sosta nelle aree “Ca’ del Rospo” e “Molino dei Romiti”, è di circa 2 ore e ½ .
Nel XVI Canto dell’Inferno Dante Alighieri, per rendere l’idea del frastuono mugghiante provocato dalla caduta del fiume Flegetonte, paragona la cascata infernale a quella di S. Benedetto in Alpe… La suggestione letteraria è coinvolgente, e diventa anche più potente quando si intuisce che, dai tempi del “ghibellin fuggiasco”, qui ben poco deve essersi mutato… Lo stesso Dante, lasciatasi alle spalle la “misera valle” dell’Arno, dopo aver percorso il sentiero dell’Acquacheta arrivò a S. Benedetto e soggiornò nell’Abbazia dove, forse, compose una parte della “Divina Commedia”…
Foto Valentina Zavagli